Domenica 31 agosto a villa Canal a Grumolo delle Abbadesse è stata una giornata slow. L’associazione SlowFood Vicenza ha organizzato una degustazioni non-stop di vini, oli e prodotti agro-artigianali con lo scopo di far conoscere e raccontare al pubblico il lavoro dei volontari, che ogni hanno percorrono l’Italia per incontrare sul campo i produttori e recensire nelle guide i prodotti che rispettano le regole di buono, pulito e giusto.
Oltre che di vino si è parlato molto anche di olio. A farlo è stato Mauro Pasquali , coordinatore della guida Veneto, durante un’interessante degustazione pensata per non professionisti, che mi piace sintetizzare così: 5 cose da sapere sull’olio.
L’olio è un po’ come il vino
Non esiste un olio buono e basta. L’olio è una spremuta di olive e come il vino è diverso di anno in anno, di annata in annata. Come il vino va abbinato al giusto piatto, non esiste un unico prodotto che si sposa perfettamente con tutti i sapori. E ancora: attenzione al tappo di sughero, l’olio è un ottimo ricettore di profumi, ancora più del vino.
L’olio non è come il vino
Quando si degusta l’olio non viene effettuata un’analisi visiva. Il colore non anticipa nessuna caratteristica organolettica. Nelle degustazioni professionali infatti i bicchierini utilizzati sono di colore blu scuro, proprio per non influenzare il giudizio degli assaggiatori.
Un numero, il 46.
46 non è solo il prefisso internazionale per la Svezia e il denaro secondo la smorfia napoletana. È anche il numero del parallelo che segna il limite di crescita degli ulivi a nord e sud del mondo. Solo recentemente l’olivicoltura è arrivata anche in Cile, sulle Ande e sulle coste dell’Oceano Pacifico.
L’olio ha tre nemici
La luce:
Meglio scegliere bottiglie scure, in grado di proteggere l’olio dai raggi solari. Alcuni produttori scelgono comunque di utilizzare bottiglie chiare o trasparenti, ma le rivestono successivamente con fogli di carta o di materiale metallico, per proteggerle dalla luce.
L’aria:
Non siate pigri. Per conservare al meglio l’olio, tappate la bottiglia anche dopo aver condito l’insalata a tavola. Acquistate confezioni piccole e non damigiane, l’olio in bottiglia una volta aperto andrebbe consumato nell’arco di due settimane.
Il calore:
Alzi la mano chi non tiene l’olio accanto al fornello per utilizzarlo mentre si cucina. L’olio dovrebbe essere conservato a una temperatura tra i 17 e 25 gradi, quindi lontano dalle fonti di calore ma anche dalla cantina sotto casa, perché il freddo causa la scissione delle componenti grasse e proteiche.
Degustare l’olio con il pane serve a capire quanto buono è il pane
Per comprendere e analizzare le caratteristiche dell’olio è necessario assaggiarlo da solo. Possiamo accompagnare la fine di ogni assaggio a un pezzetto di mela smith. Le sue caratteristiche di freschezza e acidità aiutano a pulire la bocca e a preparala a un nuovo assaggio. Per i palati più raffinati, sembra che allo stesso scopo si possa sorseggiare anche dello champagne.