Da noi nel vicentino si fanno chiamare canevisti, dal termine dialettale caneva, ma tutto il mondo li conosce come garagisti. Sono i piccoli, piccolissimi artigiani del vino, quelli che si fanno il vino a casa per diletto, passione e per consumo familiare. E spesso sono anche molto bravi: si informano, studiano, imparano dai professionisti e replicano a casa trucchi e tecniche, magari con un po’ di ingegno.
Da qualche anno Terroir Vino, la manifestazione di Genova che quest’anno giunge alla sua decima edizione, dedica loro un concorso specifico che si chiama Garage Wines Contest. Organizzato da Luca Risso, garagista della prima ora, assieme al patron Filippo Ronco, riunisce ogni anno decine di piccoli produttori casalinghi, i cui vini vengono sottoposti al giudizio di una rigida e autorevole giuria. Due anni fa vinse Alessio Bigagnoli, con il suo AKA, un Bardolino Chiaretto Metodo Classico davvero sorprendente. Forte di questo apprezzamento Bigagnoli decise di fare il salto e mettere in piedi un’azienda tutta sua: Bigagnoli – Since 2012.
A distanza di due anni, dopo diversi apprezzamenti raccolti per il vino arriva una nuova bella notizia: è del Bardolino Classico di Bigagnoli l’etichetta più bella dell’anno secondo i giudici del 18° Concorso Internazionale Packaging di Vinitaly. Una cosa da non sottovalutare assolutamente, come riportato anche nel comunicato stampa: “Con il Concorso packaging – dice Giovanni Mantovani, direttore generale di Verona fiere – vogliamo porre all’attenzione su un aspetto particolarmente importante del marketing enologico, che è appunto quello dell’immagine, che deve sempre più tenere conto dei mercati ai quali si rivolge e al target di consumatore finale che si vuole raggiungere”. A me tornano in mente le parole di Gianluca Diegoli di qualche anno fa: “io scelgo il vino da bere sulla base dell’etichetta”. A quel tempo l’avevo criticato, oggi gli devo dare ragione. E l’etichetta di Bigagnoli è davvero bella. Complimenti.