Entrambe sono figlie d’arte. Ognuna a modo proprio. Diciamo (correndo il rischio di essere irriverenti, il Sommo non ce ne voglia) che entrambe si sentono prosecutrici di una tradizione di famiglia.
La Contessina è Massimilla di Serego Alighieri, 21° generazione discendente da Dante Alighieri. Nata e cresciuta in Valpolicella, dove Pietro Alighieri nel 1353 comprò una casa. La stessa in cui la sua famiglia ha continuato ad abitare fino ad oggi. Lì gli Alighieri (poi Serego Alighieri) hanno iniziato a coltivare la vite e produrre vino sin dal quindicesimo secolo. Oggi lo fanno in società con Masi Agricola, con cui la stessa Massimilla lavora, alternando serate di promozione in Italia con viaggi ai quattro angoli del mondo.
La Sommelier è Roberta Moresco. La sua famiglia commerciava in vino a Maragnole di Breganze (Vicenza) quando il nettare di bacco era un alimento da mettere sulla tavola in abbondanti caraffe e vendere in damigiana. Lei ne ha seguito l’evoluzione aprendo un’enoteca a Marostica che organizza periodicamente degustazioni e serate di approfondimento. Roberta è Sommelier Ais e dal 201o delegato provinciale di Vicenza.
Massimilla e Roberta si sono conosciute lo scorso 5 marzo in occasione di una degustazione orizzontale di Amarone Masi all’enoteca Emmebi condotta da Roberto Gardini. Ecco l’intervista doppia che ne è uscita.
Il vino: scelta oppure obbligo morale?
MASSIMILLA: Una scelta, compiuta il 19 novembre 1980 [sua data di nascita]
ROBERTA: All’inizio l’ho vissuto come un obbligo, poi è nata la passione
Che insegnamento ti ha trasmesso tuo padre?
M: il rispetto per gli altri, la capacità di saper stare al proprio posto
R: il sorriso
Cosa ami del tuo lavoro?
M: il rapporto con la gente
R: stare in mezzo alla gente
E cosa odi?
M: odio i numeri
R: i conti, le scartoffie
Si parla spesso delle donne del vino. Retorica o realtà?
M: le donne sono necessarie, abbiamo semplicemente più gusto
R: sono una realtà. E’ un mondo tremendamente maschilista, ci sono pochissime donne al vertice. Quando una donna ci riesce è perché ha veramente una marcia in più
Cosa o chi del mondo del vino metti all’inferno?
M: chi non beve
R: le speculazioni. Chi ha del tutto scollegato il prezzo del vino dal suo valore materiale: non si può pensare che una bottiglia valga migliaia di euro, è pur sempre un prodotto dell’agricoltura
Al purgatorio?
M: chi finge di interdesene. Chi si atteggia e in realtà non ne capisce nulla
R: le cantine e i territori che si stanno redendo. Che hanno qualche colpa da farsi perdonare, come ad esempio il Brunello
E in paradiso?
M: chi davvero sa apprezzare e ama il vino
R: chi è riuscito a farcela, risollevando un territorio. Ad esempio il Barbera grazie a Giacomo Braida
Come sarà il mondo del vino tra 100 anni?
M: il mio ci sarà ancora. C’è da sei secoli…
R: sarà come oggi vogliamo che sia. Mi auguro che sarà ancora un piacere per tutti e non diventi confinato ad un pubblico d’elite
A chi sogni di servire un calice di vino?
M: al più scettico dei scettici. A chi proprio non ne vuole sapere.
R: a mio papà, che non c’è più. E a cui dicevo: non farò mai il tuo lavoro.